Il femminismo non è nato in un unico luogo, da un’unica scintilla, né ha una sola madre. È una costellazione viva di voci, lotte, idee spesso intrecciate tra loro e a volte in conflitto. Ecco sei figure – tra molte possibili – che ancora oggi ci parlano.
🔥 Le ribelli delle origini
Mary Wollstonecraft (1759-1797): “Non desidero che le donne abbiano potere sugli uomini, ma su sé stesse.”
Nell’Europa post-illuminista, mentre i diritti dell’uomo venivano celebrati a ogni angolo, Mary Wollstonecraft gridava una verità scomoda: e i diritti delle donne? Con il suo A Vindication of the Rights of Woman (1792), gettò una delle prime fondamenta teoriche del femminismo occidentale. Per Mary, l’educazione era la chiave dell’uguaglianza: senza accesso allo studio e all’indipendenza economica, le donne sarebbero rimaste “animali domestici raffinati”. Nel suo tempo, venne ridicolizzata. Oggi è considerata una delle madri del pensiero femminista.
Sojourner Truth (1797-1883): “Non sono io una donna?”
Nata in schiavitù negli Stati Uniti, Sojourner Truth divenne una delle prime voci potenti dell’intersezionalità prima ancora che il termine esistesse. Nel suo celebre discorso del 1851 all’Assemblea per i diritti delle donne ad Akron, Ohio, denunciò il razzismo all’interno del movimento femminista bianco e la misoginia tra gli abolizionisti. Per Truth, i diritti delle donne non potevano essere separati dalla lotta contro l’oppressione razziale. Il suo coraggio nel raccontare la sua storia personale trasformò il dolore in azione politica.
🧠 Le pensatrici che hanno cambiato il linguaggio
Simone de Beauvoir (1908-1986): “Donna non si nasce, lo si diventa.”
Con Il secondo sesso (1949), Simone de Beauvoir frantumò il mito biologico della femminilità naturale. Attraverso una lente esistenzialista, mostrò come la società costruisse la donna come “Altro”, definendola sempre in relazione all’uomo. Per de Beauvoir, liberarsi significava rifiutare i ruoli imposti e reclamare la propria esistenza come soggetto autonomo. Il suo pensiero aprì la strada al femminismo della seconda ondata e continua a essere un punto di riferimento, anche critico.
bell hooks (1952-2021): “Il femminismo è per tutti.”
Con il suo stile chiaro, radicale e appassionato, bell hooks ci ha insegnato che il femminismo non riguarda solo le donne bianche borghesi, ma ogni persona oppressa da sistemi di dominazione interconnessi: sessismo, razzismo, capitalismo, omofobia. In libri come Feminism is for Everybody o Ain’t I a Woman, hooks ha abbattuto i muri dell’accademia, portando il femminismo tra la gente comune. Il suo invito era semplice ma potentissimo: costruire comunità basate sull’amore, sulla giustizia e sull’empatia radicale.
✊ Le attiviste del presente
Angela Davis (1944-): “Non accetto più le cose che non posso cambiare. Cambio le cose che non posso accettare.”
Figura storica del Black Panther Party, sopravvissuta alla prigione politica, teorica del femminismo intersezionale e abolizionista delle carceri, Angela Davis incarna l’idea che la libertà non sia mai definitiva, ma richieda una lotta continua. Nei suoi scritti, come Donne, razza e classe, mette in luce come il femminismo deve essere antirazzista e anticapitalista, se vuole davvero essere liberatorio. La sua voce oggi è centrale nei movimenti globali per la giustizia sociale.
Laverne Cox (1972-): “La bellezza è quello che sento dentro di me.”
Attrice, produttrice e attivista, Laverne Cox ha portato la questione delle donne trans nei discorsi mainstream del femminismo. Con la sua visibilità, ha aperto conversazioni importanti su identità, salute mentale, diritti civili e violenza di genere contro le persone trans, troppo spesso escluse anche dagli spazi femministi tradizionali. La sua presenza ci ricorda che il femminismo che esclude non può definirsi liberatorio.
Queste figure – e molte altre – mostrano che il femminismo non è una linea retta, ma un intreccio di percorsi. È fatto di donne bianche e nere, cis e trans, povere e privilegiate, provenienti da ogni angolo del mondo.
È una pratica in movimento, che si interroga, cambia, si rinnova.
Quale di queste storie vorresti approfondire?
A.G.












