Il femminismo è un movimento politico e sociale che lotta, per amore dell’umanità, contro il sistema patriarcale: una struttura di potere oppressiva e gerarchica, intrecciata con il capitalismo e il neoliberismo.

Non riguarda solo i diritti delle donne, ma la possibilità per tutte e tutti di vivere liberi dalla violenza e dall’oppressione.

Perché si insiste sui diritti delle donne? Perché per secoli siamo state escluse dalla storia e, ancora oggi, restiamo socialmente, politicamente e giuridicamente meno protette. È anche per questo che le donne si organizzano: per difendersi e resistere.

Ecco una panoramica — non esaustiva — dei femminismi nel mondo:

Femminismo afroamericano (USA)

Il femminismo nero negli Stati Uniti nasce tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, intrecciandosi con le lotte per il suffragio e i diritti civili. Al centro c’è il concetto di intersezionalità, che mette in relazione razza, genere e classe.

Tra le figure di riferimento: Sojourner Truth, bell hooks, Angela Davis e attiviste legate alle Black Panthers.

Gli afroamericani, deportati come schiavi dai colonizzatori europei, subirono secoli di oppressione. Anche dopo l’abolizione della schiavitù, la discriminazione razziale ha continuato a negare diritti fondamentali. Il femminismo nero è quindi anche una lotta antirazzista.

Femminismo in Medio Oriente e Asia sud-occidentale

Il femminismo nella regione emerse tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, spesso connesso ai movimenti nazionalisti e alle riforme sociali. In questi contesti, la religione non è solo spiritualità, ma anche identità culturale.

Le guerre, i regimi autoritari e i fondamentalismi religiosi hanno aggravato le condizioni di vita delle donne, spesso vittime di violenze sistematiche e repressioni brutali.

Nawal al-Sa’dawi, scrittrice e psichiatra egiziana, ha denunciato nei suoi scritti la mutilazione genitale, il patriarcato e le oppressioni sociali. Arrestata nel 1981 per le sue idee, è diventata simbolo della resistenza intellettuale.

Malala Yousafzai, attivista pakistana, è sopravvissuta a un attentato talebano per aver difeso il diritto all’istruzione delle bambine. Rifugiatasi nel Regno Unito, nel 2014 è diventata la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace.

In Kurdistan, donne combattenti hanno formato unità di autodifesa femminili per resistere a patriarcato, colonialismo e oppressione. Dopo l’uccisione di Mahsa Amini nel 2022 in Iran — arrestata per non aver indossato il velo “correttamente” — le proteste guidate da donne hanno fatto il giro del mondo.

Femminismo in America Latina

Il femminismo latinoamericano è fortemente radicato nel sincretismo culturale, nella lotta per i diritti umani, la difesa della terra e la resistenza al narcotraffico, al capitalismo estrattivo e al colonialismo. L’identità latinoamericana non è razziale, ma culturale.

Le Madri di Plaza de Mayo, in Argentina, sono simbolo della resistenza alla dittatura militare (1976-1983). Cercano ancora oggi i figli e i nipoti desaparecidos. Finora, 139 nipoti sono stati ritrovati; oltre 300 mancano all’appello.

Marielle Franco, attivista afrobrasiliana e consigliera comunale a Rio de Janeiro, si batteva per i diritti delle donne, delle persone LGBTQ+ e degli abitanti delle favelas. Fu assassinata nel 2018. Le indagini collegano l’omicidio a esponenti delle forze dell’ordine e a legami con il potere politico.

Le Madri di Sonora, in Messico, cercano nel deserto i resti dei figli scomparsi per mano del narcotraffico e della corruzione statale. Secondo dati ufficiali del 2021, oltre 90.000 persone risultano scomparse, il 55% sono donne e ragazze, molte tra i 10 e i 17 anni.

Nel 1994, in Chiapas, l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ha dato vita a un’autonomia indigena. Le donne hanno un ruolo centrale nel governo comunitario e parlano di femminismo indigeno. Il patriarcato è visto come una cultura imposta dalla colonizzazione. Nelle visioni preispaniche, le donne erano considerate custodi della vita e del cosmo.

Nel Wallmapu, territorio ancestrale dei Mapuche (gente della terra) in Cile e Argentina, la lotta contro il colonialismo e l’industria estrattiva prosegue. Attivist* ambientalist* come Santiago Maldonado sono stati perseguitati o uccisi durante proteste per difendere la terra e i diritti umani.

Dal gesto più semplice alla rivoluzione più ardente: quando una donna viene aggredita, siamo tuttə coinvoltə.

Siamo figlie, sorelle, madri, nonne, zie, amiche, colleghe, compagne. Ogni ferita inflitta a una donna è una ferita collettiva.

Per questo la lotta delle donne, in ogni angolo del mondo, è una lotta per l’umanità intera. E ci riguarda tuttə.


G.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *